Già nel 1288, il 6 gennaio, a Novi Vinodolski, il principe Leonardo di Veglia e i rappresentanti di nove città di Vinodol si incontrarono: Bakar, Bribir, Drivenik, Grižan, Grobnik, Hreljin, Ledenice, Novi e Trsat. Elaborarono e firmarono uno dei più antichi documenti conosciuti di diritto consuetudinario denominato “Codice di Vinodol”, scritto nel dialetto ciacavo e nell’antico alfabeto glagolitico croato.
Il Codice è composto da 77 articoli in cui sono ampiamente elaborati i rapporti tra le città libere di Vinodol e i principi di Krk (Veglia), scritti su 14 fogli di pergamena. Infatti, il dono del re Andrea II d’Ungheria nel 1225 Vinodol cadde sotto il dominio dei signori di Krk. I contadini liberi non volevano diventare servi della gleba, quindi ci fu un conflitto che durò fino al 1288, quando gli abitanti di Vinodol riconobbero l’autorità dei principi dell’isola e questi ultimi diedero loro alcune concessioni.
Sebbene sia una legge che tutela principalmente gli interessi dei feudatari, il Codice di Vinodol contiene novità da vari rami del diritto: amministrativo, penale e procedurale, è un monumento importante dell’antico diritto consuetudinario croato. Interessante è anche il fatto che menzioni “i diritti delle donne”, cosa impensabile all’epoca. Il Codice inoltre illumina vividamente il processo di feudalizzazione in Croazia e dimostra l’alto livello di sviluppo sociale della zona di Vinodol nel XIII secolo.
Ad oggi, il Codice di Vinodol è uno dei documenti legali più studiati al mondo, ed è ancora oggetto di varie ricerche e argomenti di lavori professionali come un importante monumento della cultura croata.
L’originale del testo non è stato conservato e il manoscritto più antico (custodito nella Biblioteca nazionale e universitaria di Zagabria) è stato scritto in glagolitico nella seconda metà del XVI secolo. È stato pubblicato per la prima volta da Antun Mažuranić nel 1843 sulla rivista Kolo. Josip Bodnjanski tradusse il Codice in russo, Wacław Alexander Maciejowski in polacco nel 1856. Nel 1878, A. M. Evreinova pubblicò a San Pietroburgo un’edizione fototipica dell’originale con trascrizione latina e cirillica. Tra gli storici di diritto, a studiarlo più in dettaglio nei tempi recenti è stato Lujo Margetić. Solo la Giustizia russa, composta in slavo nel periodo dall’XI al XIII secolo, è più antica del Codice.
Fonte: Dražen Krajcar / povijest.hr